Riprendiamo volentieri, come primo articolo del sito, questo scritto di un compagno bolognese sul tema della “Sicurezza”, del suo ruolo in un contesto di comunità e delle necessarie -e possibili- risposte che le formazioni rivoluzionarie devono porre.
Infatti il porsi come soggetto “istituzionante” rispetto alle comunità di riferimento, prima, e in senso globale, poi è alla base stessa di una qualsiasi progettualità anarchica che voglia uscire dal cono d’ombra della subcultura, per avere un impatto reale e duratoro nella realtà; cosa possibile solo affrontando pragmaticamente i problemi percepiti dalle persone, indirizzandoli su risposte emancipatrici tanto quanto le destre lo farebbero su altre di carattere reazionario.
Nella notte del 22 novembre a Bologna dieci persone che dormivano sotto il portico di viale Masini sono state multate e allontanate dalla zona, con un “ordine di allontanamento” al quale si accompagna una sanzione dai 100 ai 300 euro. A livello legale, ciò è previsto dalla legge Minniti sulla sicurezza urbana, che si interessa in questo caso a “chiunque ponga in essere condotte che impediscono l’accessibilità e la fruizione delle infrastrutture, fisse e mobili, ferroviarie, aeroportuali, marittime e di trasporto pubblico”, ma anche di scuole, siti universitari, parchi, o più in generale luoghi “interessati da consistenti flussi turistici” [1]. In concreto, ciò significa che se non hai un tetto sopra la testa o un letto nel quale dormire, perché i padroni non sapendo che farsene del tuo corpo ti hanno condannato a una vita di fame e miseria, una banda di criminali in divisa verrà a prenderti con la forza e ti caccerà dal rifugio nel quale credevi di trovare riposo, o magari anche solo un po’ di caldo (ogni anno a Bologna sono numerosi i morti in strada per freddo durante la notte).
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